#PopReview: Selena Gomez - Revival. Recensione Album


Il disco della rinascita, questo rappresenta Revival per Selena Gomez. E' stata lei stessa a parlarne con parole importanti, andando perfino a scomodare quel capolavoro di Christina Aguilera, Stripped, che non poche volte è stato preso come punto di riferimento dalle colleghe più giovani.
Di fronte a questi presupposti la curiosità era alta, anche se dall'altra parte va ammesso che le premesse da "cantante seria" della Gomez lasciavano un po' a desiderare. Selena non è di certo famosa per essere una cantante dalla voce potente, ma anzi, è figlia di quella musica pop che mette in primo piano immagine e produzioni musicali. Questo le ha permesso di riuscire a piazzare dei successi non indifferenti negli ultimi anni, ma allo stesso tempo mina alla credibilità di un disco più sentito, serio e artistico nel vero senso della parola. Il compito per la Gomez non era per niente facile, poteva proporci la solita solfa electro-pop che le avrebbe garantito buone vendite di singoli, o rischiare con qualcosa di più sperimentale cercando di lanciarsi con un'immagine tutta nuova.



Con il primo singolo, Good For You, Selena ha subito messo in chiaro quali siano state le sue intenzioni nella creazione di questo album, il secondo da solista in tutto e per tutto. Una slow-jam dai gusti R'n'b che strizza l'occhio all'Urban, quanto di più lontano da quello a cui ci aveva abituato fino ad allora. La scelta, almeno per il mercato americano, dove ha fatto faville, non è stata così coraggiosa come potrebbe sembrare da noi, visto che il genere è sempre molto apprezzato, ma è stata un ottimo biglietto di presentazione per questo album.



Di fronte alle limitiate capacità vocali della Gomez, scegliere di puntare su un minimal ben fatto si è rivelata la carta vincente. Ed è proprio questa caratteristica, unita a delle produzioni veramente interessanti, a tirare le redini di questo disco, per cui Selena ci tiene a sottolineare il proprio compito di executive producer e direttore artistico, oltre che ad autrice dei testi di ben 2/3 delle canzoni.

L'album nasce con l'intenzione di rivelare il lato più intimo e nascosto della cantante, che per questo ha deciso di mettersi letteralmente a nudo sulla copertina. Arrivata da un periodo non roseo della sua vita, in cui tra gossip, rotture e perfino una malattia seria, il Lupus, Selena ha creato i presupposti perfetti per la creazioni di un buon disco. Sono infatti i periodi più bui quelli che ci regalano più spesso i progetti più belli!

L'album si apre con un intro che ci ricorda in tutto e per tutto l'Aguilera, per partire con due brani che presentano le atmosfere del disco senza però emergere del tutto.
La prima vera sorpresa arriva con un brano che risulta molto vicino allo stile del lead single, Hands To Myself. Ancora una volta è il minimal a far da padrone, che con un po' di Urban e di elettronica messe al punto giusto finisce per convincere. Non a caso è il terzo singolo ufficiale estratto dall'album.

Per il disco ha collaborato anche Charlie XCX, che canta insieme a Selena nel secondi singolo, Same Old Love, diventato anch'esso un successo, nonostante sia uno dei pezzi più banali ma incredibilmente catchy e radiofonico. Le influenze di Charlie però trovano l'apice nel pezzo più riuscito dell'album, Sober, un'intensa mid-tempo dai gusti pop in cui tutto quadra con precisione, dalla produzione, al testo e perfino la resa vocale della cantante.
Il disco presto ci rivela una seconda anima, anch'essa convincente, la Gomez latina, che esce in brani come Body Heat, Me & My Girls and Outta My Hands. Un po' di ritmo che spezza e ravviva un disco molto più lento ed intimo.
Il disco non riesce a stupire in tutte le sue parti, visto che sono presenti come sempre alcuni brani filler e alcune produzioni dance più scontate, ma d'altre parte ci regala piccole perle come Rise e Cologne, messe entrambe come brani di chiusura rispettivamente dell'edizione standard e di quella deluxe.

In totale il disco funziona benissimo nel suo scopo di presentare una nuova immagine di Selena Gomez, più matura, più sicura, più convincente. Il lavoro dietro a questo progetto si sente e si nota nello sforzo di proporre un sound più ricercato e maturo. Certo, le carenze vocali di Selena restano sempre presenti, e ne sono una prova i suoi live, ma in un disco del genere la voce della cantante è usata nel modo più intelligente, rimanendo nella sua "comfort zone" ma venendo sfruttata il massimo possibile, dai sussurri alle note alte passando anche per il semplice parlato.

Tracklist e Voti


1. Revival - 6.5
2. Kill Em With Kindness - 5.5
3. Hands To Myself - 7.5
4. Same Old Love - 6.5
5. Sober - 8.5
6. Good For You - 8
7. Camouflage - 6.5
8. Me & The Rhythm - 7
9. Survivors - 5
10. Body Heat - 7
11. Rise - 8

Deluxe Edition

12. Me & My Girls - 7
13. Nobody - 6
14. Perfect - 7
15. Outta My Hands (Loco) - 7

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